Quasi ogni giorno un "giornalista" si improvvisa recensore di videogames, con intenti più o meno educativi. Ma cosa è dannoso davvero ? E' forse dannoso un film ? E' dannoso un libro ? E' dannosa un'immagine ? Dipende dal contesto ovviamente.
Analizziamo il problema: il videogioco si differenzia da altri veicoli di intrattenimento per il suo alto livello di interattività. Un film lo subiamo generalmente. Seduti sul divano ne osserviamo le immagini e non possiamo, almeno per il momento, influire sulla trama. Idem per un libro: lo leggiamo, capitolo per capitolo, lo comprendiamo, ma non ne possiamo modificare la trama.
Il videogioco è diverso. In prima persona io interagisco con cose e persone. Il livello di interazione dipende ovviamente dal tipo di gioco, ma lo svolgimento e la trama della storia sono in generale molto modificabili. Esaminiamo le tipologie più importanti:
Sparatutto in prima/terza persona (FPS/TPS)
Giochi di guida
Giochi di simulazione
Giochi di ruolo (RPG)
Ecco, mi fermerei a queste 4 tipologie. C'è molto da disquisire già su questi.
Gli sparatutto sono decisamente violenti. Anche se addolciti (almeno qualcuno) restano comunque videogames in cui io uccido altre persone. Punto. L'eliminazione fisica dell'avversario è lo scopo di questi giochi. Vanno bene per un sedicenne ? Dipende. Cito una parte di Wikipedia che parla del massacro di Columbine:
"I primi segnali della strage potevano già essere intravisti nel 1996, allorché il quindicenne Eric Harris (9 aprile 1981-20 aprile 1999) mise in piedi un suo sito web su AOL, originariamente con lo scopo di ospitare livelli e mod dei videogiochi Doom, Doom II e Quake. Sullo stesso sito Harris creò un blog che conteneva barzellette e brevi pensieri sui suoi genitori, la scuola e gli amici. Verso la fine di quello stesso anno, tuttavia, sul sito apparvero contenuti inusuali, riportando ad esempio le cosiddette «Rebel missions», vale a dire atti di vandalismo (come accensione di petardi e fuochi d'artificio o danneggiamento di proprietà pubbliche e private del vicinato) commessi dallo stesso Harris e da un piccolo gruppo di coetanei, fra cui figurava Dylan Klebold (11 settembre 1981-20 aprile 1999). I due adottarono in questo periodo i soprannomi, rispettivamente, di «Reb» per Harris e «Vodka» per Klebold; il nomignolo di Harris dovrebbe derivare dalla mascotte della Columbine High School, un «ribelle» stilizzato (rebel, appunto, in inglese), mentre quello di Klebold dalla sua predilezione per quell'alcolico, oppure dal fatto che in una occasione riuscì a berne una intera bottiglia."
Che ne dite ? Un bell'inizio no ? Vi avevo detto che sarei stato imparziale, e infatti vi presento immediatamente qualcosa che tutti noi conosciamo. E' meglio essere sinceri, e non nascondere la verità.
Doom, Doom II e Quake sono giochi MOLTO violenti. Resta da decidere se i ragazzi diventarono violenti a causa di questi videogames, o ne erano appassionati perchè già violenti. Visto come sono andate le cose, io propenderei per la seconda ipotesi. Leggete comunque tutta la storia, perchè è estremamente educativa.
I giochi di guida sono i più innocui. Sono tutti classificati PEGI 3 (poi vi dirò qualcosa sulla classificazione PEGI) quindi adatti davvero a tutte le età. Ve ne sono di tutti i tipi, da quelli molto "pucciosi" per i più piccoli, ai veri simulatori per piccoli adulti (come me).
I giochi di simulazione sono tanti e molto vari, si va da quelli di tipo militari (quindi guerra, distruzione e morte) fino a quelli più innocui (conquista di un pianeta, costruzione di astronavi, ecc...). In questo caso le sfumature sono molteplici. La scelta va fatta caso per caso.
I giochi di ruolo sono un po' nel mezzo, tra sparatutto e simulazione, e propongono le più svariate avventure. Guerra, conquista, sopravvivenza. Sulla valutazione, come sopra, si fa caso per caso.
La rappresentazione della realtà
I videogiochi rappresentano la realtà in modi molto diversi. Alcuni mostrano un mondo puccioso e colorato, pieno di belle immagini, fiori, cieli azzurri. Sono insomma i classici giochi per bambini e famiglie.
Un'immagine tratta da "Paper Mario Color Splash" per WiiU - Nintendo - 2016
Immagine tratta da "Mario Kart 8" - Nintendo - 2014
Altri giochi invece rappresentano un mondo decisamente più vicino a quello reale, con ambientazioni che variano da quelle urbane, a giungle, montagne, boschi.
Immagine tratta da "Ghost Recon Wildlands" - Ubisoft - 2017
Immagine con ambientazione decisamente urbana, tratta da "Watch Dogs" - Ubisoft - 2014
Immagine tratta da "Uncharted 4" - Naughty Dog - 2016
Il modo in cui viene rappresentata la realtà rappresenta secondo me già una grande differenza tra i videogames. I bambini più piccoli sono in grado di discriminare perfettamente il videogioco dal mondo reale, in giochi come Super Mario e similari, in cui la rappresentazione del mondo è volutamente artefatta. Già metterli di fronte a videogames più "reali" secondo me è un errore, perché questo confine si va a perdere. Non si è più in grado di distinguere chiaramente la realtà dalla fantasia.
Se poi aggiungiamo il fatto che i mondi più realistici sono di solito, anche se non sempre, associati a giochi più violenti, la ricetta è completa.
La frustrazione
I videogames possono anche essere frustranti. E la frustrazione è pericolosa. Giochi troppo complessi o volutamente eccessivamente competitivi non vanno bene per tutti. Personalmente, ricordo un videogame in particolare: Mirror's Edge. Lo avevo acquistato perché era graficamente interessante, la storia era intrigante e ben costruita, le meccaniche parkour totalmente nuove.
Immagine tratta da "Mirror's Edge" - DICE - 2008
Purtroppo arrivato ad un certo punto mi sono scontrato con una missione particolarmente ostica, che ho ripetuto non so quante volte, finché sono arrivato al limite. Ho spento la console, ho rimosso il disco e ho venduto il gioco il giorno stesso. Stavo arrivando all'eccesso, e non andava affatto bene.
Attenti quindi a cosa acquistate. Anche alcuni videogiochi per bambini sono un po' frustranti. Tra i gamer più scafati non è un mistero che Mario Kart sia un generatore di bestemmie 😂
La paura
Alcuni videogames fanno paura. E non parlo soltanto di horror. Alcuni hanno anche una forte componente psicologica. Alcune persone sensibili potrebbero esserne infastidite.
Immagine tratta da "The Last Of Us" - Naughty Dog - 2013
Nel videogame "The Last Of Us" la figlia del protagonista (Sophie) muore all'inizio della storia. La scena della sua morte è particolarmente toccante, e anche io che ci ho giocato da adulto devo riconoscere di avere avuto una forte reazione emotiva. In questo caso i produttori hanno certamente fatto un ottimo lavoro, ma questo gioco, insieme ad altri, non è adatto a tutti.
Altri videogame sono esplicitamente horror e sconfinano addirittura nello splatter, il che li rende non proprio per chiunque. Ricordo ancora quando giocai per la prima volta a Bioshock... Oh boys ! Me la sono proprio fatta sotto. Infatti poi evitavo di giocarci la sera tardi. Era davvero pauroso ! I salti sul divano non si contavano 😂
Una "Sorellina" - "Bioshock" - 2K Boston - 2007
Se già per un adulto questi videogames sono al limite, vi lascio immaginare per un bambino o per un adolescente un po' sensibile quale impatto potrebbero avere.
Situazioni particolari
Soprattutto nei videogame più recenti, argomenti delicati come l'omofobia, il razzismo, la dipendenza da droghe, l'omosessualità, la prostituzione, sono trattati senza filtri. Come è giusto che sia. Se vuoi riprodurre la realtà, ci sono anche queste cose.
Sta ai genitori spiegare questi comportamenti ovviamente. Se il videogiocatore è maturo e consapevole, queste trattazioni non sono un problema. Viceversa, beh traete voi le conclusioni.
Per citarne solo alcuni, GTA V contiene un po' tutte le deviazioni e i gusti sessuali del mondo reale. Il protagonista può pagare le prostitute in cambio di favori sessuali (piuttosto espliciti nel gioco). Ci sono razzismo, droga, omofobia, omicidi, furti, insomma di tutto un po'. E' un bel gioco, ma non adatto a tutte le età. Se poi ci mettiamo anche la morale...
Immagine tratta da "GTA V" - Rockstar Games - 2013
Nel gioco "The Last Of Us" prima citato, la protagonista, Ellie, è lesbica. Lo si intuisce durante il gioco, ma la cosa diventa evidente giocando l'espansione "Left Behind". Nel seguito "The Last Of Us 2" poi la cosa è consolidata. Niente di male ovviamente, ma se non lo sapevate, sapevatelo 😉
Immagine tratta da "The Last Of Us 2" - Naughty Dog - 2020
La violenza
La componente violenta non manca certo nei videogames. Da sempre. Inutile negare che in passato le cose fossero diverse. I picchiaduro (come per esempio Street Fighter) nascono più di un trentennio fa, ma non sono certo giochi per educande.
Qui c'è davvero da sbizzarrirsi. Abbiamo giochi di guerra (cito i vari Call of Duty e Battlefield), di guerriglia (Far Cry in tutti i suoi gusti), di fantascienza (Star Wars Battlefront, Mass Effect), persino di assassini mirati (Hitman, Splinter Cell). Ne potrei citare a centinaia, ma poi diventerei noioso. In realtà qui c'è sempre un comune denominatore che è la morte, inflitta o subita 😉
L'omicidio formato famiglia, direi. E qui vi lascio a tutte le considerazioni che vorrete fare.
Sono pericolosi ?
Guardate i vostri figli. Cosa vedono oggi intorno a loro ? Pace e amore ? Tolleranza ? Come va a casa ? Tutto bene in famiglia ? Di cosa parlate a tavola ? Ma poi, parlate ?
Ecco, vi ho già portati sull'argomento davvero importante: la famiglia. Voi siete la guida dei ragazzi. Educateli alla violenza, e diventeranno violenti. Educateli all'affetto, e ne avrete tutto un altro risultato. La base siete voi. Poi ovviamente a una certa età gli amici diventano più importanti, e magari i silenzi, i dubbi, saranno fisiologici. Tutto normale.
Un videogioco è solo un passatempo. Non sviluppa o stimola la violenza. Quella purtroppo c'è già nelle persone. E' un po' come demonizzare le armi. Non si diventa violenti perché si possiede un'arma. Invece, si possiede un'arma perché si è violenti. E' questo il punto.
Ma un passatempo deve essere adatto all'età di chi ne usufruisce, questo sempre e comunque. Dareste le chiavi della vostra auto a vostro figlio di dieci anni ? Credo di no.
La classificazione PEGI
Prima di iniziare le disquisizioni filosofiche sui valori fondanti della nostra società e l'influsso malefico delle aziende sulla fragile mente dei nostri figli 😂, vale la pena di soffermarsi su un sistema di classificazione che può già aiutare le famiglie a capire la tipologia di videogame che stanno per acquistare.
E' il sistema PEGI (Pan European Game Information), che classifica i videogiochi in base all'età consigliata per i giocatori e alla tipologia di argomenti trattati.
In base a leggi e regolamenti locali, ogni paese ha una propria classificazione che potrebbe differire un po' da quella standard, ma in generale le linee guida sono valide dappertutto.
Ecco, quando vostro/a figlio/a di 7 anni vi chiede un videogioco, beh non è difficile individuare quale è adatto e quale no. 😉
Un gioco PEGI 12 io lo escluderei. Poi, attenzione, vale sempre una regola: VOI conoscete i vostri figli e VOI siete in grado di valutare l'impatto di un videogioco sulla sua fantasia. Le regole PEGI sono generali, poi sta a voi informarvi.
PRIMA ci si informa, POI si acquista.
PEGI è molto conservativo, ma in questi casi è sempre meglio essere un po' restrittivi. Sul sito ufficiale PEGI è possibile ricercare un dato gioco per titolo per averne le informazioni di classificazione. Quindi davvero non avete scuse.
Ecco l'esempio di un gioco decisamente violento:
E un gioco decisamente per i più piccoli:
Per finire, uno di livello intermedio:
Se poi la classificazione PEGI non vi basta, generalmente molti recensori su piattaforme come YouTube presentano le loro impressioni, il gameplay e una serie di raccomandazioni praticamente per ogni tipo di videogames. Basta fare una ricerca e seguire il video.
Scegliere è saggio, demonizzare molto meno.
Considerazioni finali
Al termine di questa piccola ricerca, credo che abbiate ne capito lo spirito. Come già detto in precedenza, considerate i videogiochi come un qualunque altro passatempo, e questi non vi deluderanno. Vanno scelti tra quelli più adatti a età e inclinazioni dei ragazzi. E prima dell'acquisto magari ci si può informare meglio sul tipo di gioco. Non è difficile. Ed è molto meglio che sbagliare.
Se l'articolo vi è piaciuto, scrivetemelo nei commenti. E anche se non vi è piaciuto. Un bel feedback aiuta solo a migliorare.
Alla prossima !
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