Nella mia quasi trentennale esperienza in multinazionali, mi è capitato spesso di sentire consigli da manager italiani. Questi consigli, così come le persone che li dispensavano, erano talmente ridicoli da essere diventati negli anni una sorta di mantra, tra noi “comuni mortali”. E fanno tuttora parte del nostro “slang” quotidiano.
Ora, dovete capire che, nelle multinazionali, il management è molto (troppo a volte) variegato. In Italia è composto spesso da persone che non si sa bene come abbiano fatto a finire in certe posizioni, sebbene a volte alcune ipotesi siano più plausibili di altre. Per ulteriori approfondimenti consiglio la lettura del Principio di incompetenza di Peter oppure The Dilbert Principle.
In tutti questi anni, alcuni “consigli” mi sono rimasti in testa più di altri. E insieme a questi consigli, anche alcune considerazioni di ordine più pratico.
Iniziamo quindi con quello che, secondo me, è uno dei più emblematici.
“Le cose importanti si dicono a voce”
In occasione di una modifica ai sistemi, col mio collega inviammo una mail conoscitiva a tutte le parti coinvolte. Uno dei manager, dopo la modifica, chiese “ma quando è stato fatto questo cambiamento ? Io non sapevo nulla”. Alla nostra risposta egli sentenziò “ma ragazzi, io non posso mica leggere tutte le mail. LE COSE IMPORTANTI SI DICONO A VOCE.”
Cazzata !
Cazzata !!!
Cazzata !!!!!
Ma voi lo immaginate il capo progetto di Apple andare da Steve Jobs ogni volta a raccontargli quello che aveva fatto e modificato ? O la segretaria di un qualunque CEO che dice a voce tutti gli appuntamenti al suo capo ?
Qui eravamo davvero all’inversione del famoso detto, che automaticamente era diventato “Scripta volant, verba manent”.
No. Consiglio ricevuto e cancellato.
Le cose importanti vanno sempre SCRITTE. Deve esistere una procedura precisa per ogni comunicazione importante. Se modifico un qualunque sistema, non è che io possa fare il giro di telefonate per raccontare a tutti la stessa storiella.
E poi, qualcosa di scritto rappresenta comunque una certa ufficialità, e serve proprio come prova dell’avvenuta comunicazione.
Se poi il manager mi dice che non ha tempo per leggere tutte le mail, beh questo è un suo problema di organizzazione. Chieda di avere un assistente se non ce la fa a seguire il flusso di informazioni, che peraltro nel 21esimo secolo è cosa più che normale.
Passiamo ora ad un’altra “perla” in fatto di consigli. Questa è ancora peggiore, forse, poichè veniva da un individuo il cui compito, almeno in teoria, era quello di far crescere le persone in azienda.
L’importante è dare una risposta.
Organizziamo un meeting per presentare non ricordo più cosa. Al termine della presentazione, il CEO mi chiede “Quanto costerebbe fare questo ?”
Ora, la domanda non era inerente l’argomento del meeting, quindi sono stato preso un po’ in contropiede. Ho preferito quindi salvarmi in corner dicendo “al momento non posso darti una cifra precisa. Mi informo e poi ti faccio sapere.”
Il meeting finisce, e questo tizio mi ferma sulla porta dicendomi “Beh, ma com’è che non sapevi questa cosa ?”. Al che io rispondo “Non avevo questa informazione. Preferisco dare numeri precisi.”
E il tizio mi dice “Ma l’importante è dare una risposta !”.
Quindi amici, quando qualcuno vi chiede qualcosa che non sapete, date una risposta qualunque. Soddisferete di sicuro la domanda. A patto che però nessuno poi vada a controllarne la fondatezza.
No ragazzi. Consiglio respinto al mittente.
Prima di impegnarmi nella spiegazione del concetto, vi dico solo che il tizio è un leccaculo seriale. Quindi è una di quelle persone che alle domande del CEO risponde sempre con cazzate, se non sa le cose, pur di soddisfare la domanda.
In realtà le cose vanno verificate prima di rispondere a qualunque domanda. Se conoscete l’argomento, sapete già cosa dire. Ma se non ne siete certi, non sbilanciatevi. Alla lunga poi qualcuno verificherà. E farete figuroni di merda. Con la differenza che voi non siete manager (che non si fottono mai tra di loro), e quindi qualcuno vi tirerà anche il culo.
Poi, mi si potrebbe accusare di non essere stato preparato su quello specifico argomento. Vero. Ma la domanda era fuori contesto. Come dicevo il meeting era su tutt’altra questione.
Come consiglio generale, comunque, ma già lo immaginerete, quando organizzate un meeting, andateci preparati.
Purtoppo, invece, non potrete mai essere abbastanza preparati per affrontare gli idioti.
Finisce qui la prima parte di questa serie veloce. Vi aspetto al prossimo articolo per altre divertenti gag.
Ah, se avete anche voi qualcosa da raccontare, vi ospito volentieri. Basta lasciarmi un commento qui sotto o contattarmi direttamente.
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