Ciao amici, oggi vorrei parlarvi di una passione che porto con me ormai da più di trent’anni: camminare per montagne.
Personalmente credo che non ci sia nulla di più gratificante di una lunga, e faticosa, camminata in montagna. Tre, quattro ore (o più, se è il caso) di vera libertà da godersi da soli (poi ne parleremo) o in compagnia. Niente arriva a riempirti di gioia come un panorama alpino (o dolomitico, o appenninico).
Però, come tutte le attività all’aria aperta, non si può certo iniziare come nulla fosse. Non è come passeggiare in un parco. Qui di seguito vorrei infatti elencare una serie di punti da considerare prima, durante e dopo un’escursione. Per aiutarvi a capire cosa fare, e se farlo. Naturalmente, se non vi piace la montagna è inutile proseguire nella lettura.
Allenamento e forma fisica
Sembra una cosa scontata, ma prima di tutto dovete conoscere voi stessi. Avete già un’esperienza di trekking ? Avete mai provato a camminare in salita per qualche ora ? Siete allenati ? Se la risposta è sì, allora iniziate già col piede giusto. Altrimenti, dovete iniziare con camminate facili e con poco dislivello.
In linea generale, parliamo di un’ora ogni 300 m di dislivello. Questo dipende naturalmente dal passo e dall’allenamento individuale, ma è un buon parametro per iniziare. Quindi, se dovete percorrere 150 m di dislivello impiegherete mezz’ora, due ore per 600 m e così via. In discesa i tempi non cambiano di molto, prima di tutto perchè non dovete correre e dovete metterci il doppio dell’attenzione. La maggior parte degli incidenti in montagna, infatti, avviene durante la discesa, quando si è stanchi e deconcentrati.
Se siete proprio a zero allenamento, il mio consiglio è questo: camminate. Abituatevi a camminare per almeno un’ora (sono circa 5 Km). Non serve un parco. Basta il vostro quartiere. Un paio di volte la settimana, di buon passo. E’ un allenamento poco pesante ma serve per spezzare il fiato. Poi vedrete che la salita pesa, indubbiamente, ma con un po’ di camminate alle spalle ogni volta sarà meglio.
E non esagerate: il trekking, così come tutti gli sport, deve essere un divertimento, non una sofferenza.
L’attrezzatura
Camminare in montagna richiede un minimo di attrezzatura. Ho visto persone salire al rifugio Vittorio Emanuele (2700 m), in Valle D’Aosta, con i sandali.
Anche no.
Il motivo per cui si richiede un’adeguata attrezzatura è prima di tutto la vostra sicurezza. Quindi iniziamo dai piedi per arrivare alla testa.
Scarponi, non scarpe da tennis o da trail. Scarponi. Sempre. Alti o bassi non importa, ma che siano scarponi. Per chiarire:
Foto: Pedule da montagna basse
Foto: Pedule da montagna alte
Personalmente preferisco gli scarponi alti, perchè proteggono di più. Però ovviamente dipende molto dai percorsi. Se siete all’inizio, e fate sentieri facili, vanno bene anche quelli bassi.
Il costo per un buon paio di scarponi con suola Vibram si aggira intorno ai 100€. Lo so, non è poco. Però, ripeto, è per la vostra sicurezza. A volte, in periodo di saldi, li si trova anche a 80/90 €. Per me vale solo la suola Vibram. Ma esistono naturalmente altre suole, se volete spendere un po’ meno. Preferite comunque sempre quelli con la dicitura Water Protect. Anche in inverno, con la neve, vi assicurerete di avere sempre i piedi asciutti.
Pantaloni. Generalmente corti d’estate e lunghi in inverno. D’estate, soprattutto se percorrete ampi pascoli con bestiame, preferite pantaloni lunghi. Il motivo è semplice: dove c’è bestiame ci sono le zecche. E quelle portano malattie. Meglio non rischiare. Se avete cani, al termine di ogni escursione controllateli per essere sicuri che non ne abbiano “raccolta” una.
Foto: Tipici pantaloni modulabili. L’ideale in estate. In inverno, meglio dei pantaloni un po’ più pesanti e non modulabili.
Maglie traspiranti come primo strato (mai cotone, che si impregna di sudore e poi vi si gela addosso, nemmeno in estate), poi a seconda della stagione decidete gli strati successivi (micropile, pile, ecc…). Ma ricordate, vestirsi sempre a strati. E’ il segreto per una camminata felice e senza l’incomodo di avere troppo caldo o troppo freddo.
Foto: T-shirt traspirante in tessuto tecnico.
Per il vento o la pioggia, una giacca antivento (non serve il GoreTex che costa un sacco). Lasciate perdere il poncho, perchè vi fa sudare come in una sauna e così vi ritroverete bagnati dentro e fuori. Ormai in negozi come Decathlon, Longoni, Cisalfa o similari trovate anche capi a costo ragionevole.
Foto: Una giacca antivento che offre protezione anche dalla pioggia
Per l’inverno, una piumino leggero o meglio un sintetico (che è più traspirante e più comprimibile nello zaino). Anche qui, la scelta è molto varia. Come regola generale deve essere comodo, e comunque, salvo freddo molto intenso, ci camminerete qualche minuto e poi vorrete toglierlo perchè farà troppo caldo. Serve più che altro quando vi fermate per una pausa o in rifugio. Preferite giacche con cappuccio e impermeabili. Meglio ancora se antivento.
Foto: Un piumino sintetico con cappuccio. Questo è anche antipioggia.
Poi, guanti e cappellino. A vostra scelta. Io preferisco le muffole perchè tengono le mani più calde, ma sono gusti.
Per finire: lo zaino. Croce e delizia di noi alpinisti Lo strumento di tortura per eccellenza durante le lunghe escursioni. Scherzi a parte, ecco qualche consiglio per evitare di tornare a casa con le spalle affaticate, se non proprio a pezzi.
Prima di tutto la dimensione. Per gli zaini si definisce in litri di capacità. Le dimensioni dello zaino dovranno quindi essere calcolate tenendo conto della stagione, della lunghezza media dei vostri percorsi e dalla vostra capacità di carico.
In estate, la quantità di materiale che dovrete portare sarà naturalmente inferiore rispetto all’inverno. La soluzione ideale sarebbe quindi avere due zaini: uno per l’estate e uno per l’inverno. Però i costi si fanno importanti. Meglio fare una media. Quindi, quanto grande lo zaino ? Io mi orienterei per le misure dai 30 l ai 50 l. Al limite in estate viaggerete con uno zaino un po’ vuoto.
Foto: Uno zaino da 40l con tasche laterali e scomparti integrati nella cintura.
Ricordate che lo zaino non si indossa “appeso” alle spalle, ma stretto in vita. E’ il bacino che si deve far carico del peso. Le spalle provvedono solo alla stabilizzazione. Quindi, regolate bene la cintura e gli spallacci prima di iniziare a camminare.
Gli zaini generalmente sono idrorepellenti. Però se piove forte è meglio disporre di un coprizaino. Una specie di impermeabile che lo coprirà completamente riparando tutto il prezioso contenuto.
Foto: Coprizaino
Cosa mettere nello zaino
Ora che avete speso tutto il vostro denaro per lo zaino, ecco cosa vi servirà per un’escursione perfetta. Tenete conto che le stagioni cambieranno la qualità e la quantità del materiale da portare con sé.
Ricambio asciutto. (magliette, calzini)
Giacca antivento o piumino
Cappellino e guanti
Un pile o micropile
Kit pronto soccorso
Torcia frontale
Cibo (se non prevedete soste in rifugio)
Acqua
Bastoncini da trekking (di solito si fissano all’esterno dello zaino)
Coltello (tipo Opinel per intenderci)
Un thermos, se vi piace avere qualcosa di caldo per l’inverno.
Coperta termica (quella che somiglia a un foglio di alluminio)
Coprizaino
Bussola
Cartina della zona
Questo è il set minimo. Poi con l’esperienza, e a seconda della stagione, potrete ampliare (o diminuire) la quantità di cose da portare con voi.
D’inverno, se c’è ghiaccio, i ramponi sono molto utili (in alcune occasioni indispensabili). Ve ne sono di molti tipi. I più classici sono quelli automatici (vanno bene su determinati tipi di scarponi), quelli universali e quelli nel modello “a sottoscarpa” che ricoprono la suola.
Foto: Ramponi universali antiscivolo. Un must quando c’è ghiaccio.
Con neve alta in cui affondate, sono molto utili le ghette. Eviterete le infiltrazioni all’interno dello scarpone (e i piedi gelati, di conseguenza):
Foto: Ghette
Ancora, in inverno, è importante la torcia frontale. Dovesse capitarvi, come è capitato a me svariate volte, di fare tardi, e quindi di rientrare al buio, vi sarà indispensabile per fare ritorno alla macchina in sicurezza.
Foto: Lampada frontale, ricaricabile, da 400 lumen. Indispensabile d’inverno, ma utile in ogni stagione.
Prima di partire
Pianificate bene la vostra escursione. Informatevi su itinerari, sentieri, segnaletica. Procuratevi una cartina del luogo. Se è la prima volta che affrontate il percorso, consultate il sito web del comune, che di solito informa anche sullo stato dei sentieri, con eventuali divieti e chiusure.
Per fare un’esempio, recentemente ho fatto un trekking Balisio – San Calimero – Balisio in Valsassina, con un dislivello di circa 900 m e un’estensione complessiva di 14.5 Km. Non lo avevo mai fatto, quindi mi sono documentato una settimana prima, ho creato un tragitto, stampato le mappe e scaricato le mappe offline per OsmAnd nel caso mi fossi trovato in difficoltà. Una pianificazione del genere mi ha consentito di affrontare senza problemi l’ultimo tratto, dove le indicazioni non erano più presenti sul sentiero.
Quindi, in poche parole, preparatevi in anticipo. E non fate mai trekking che vanno oltre le vostre capacità.
Consultate un affidabile servizio meteo prima di partire. In linea di massima il tempo è più stabile in inverno, mentre d’estate è sempre possibile incappare in temporali improvvisi. Non fate stupidaggini. Ne va della vostra vita.
Lasciate sempre detto a qualcuno dove andate, il vostro percorso e le eventuali tappe intermedie o varianti.
Portate sempre con voi il telefono. Dove c’è copertura potrebbe salvarvi la vita. Però tenete conto anche del fatto che in mezzo alle montagne raramente c’è una copertura completa della rete.
Sicurezza in montagna
Questa è una parte molto importante del trekking. In montagna si può morire. Senza girarci troppo intorno. E’ un ambiente bellissimo, ma richiede rispetto e conoscenza. Restate sui sentieri segnati, non improvvisatevi guide alpine prendendo varianti o tracce non conosciute.
Proteggete voi stessi. Non fatevi del male. State sempre attenti a dove mettete i piedi. Se volete fare una foto, fermatevi e scattate, poi ricominciate a camminare. Non mettete le mani tra le rocce o in folti cespugli: la vipera esiste e, sebbene non rappresenti un grosso rischio per un adulto sano, è sempre meglio evitare di essere morsi.
Attenti al tempo. Se notate un peggioramento delle condizioni meteo, tornate indietro. Non rischiate.
Se vi trovate in pericolo, e il vostro cellulare ha copertura, chiamate il 112 (NUE) oppure il 118. Non fatevi prendere dal panico. Restate lucidi e soprattutto NON MUOVETEVI, a meno che non vi troviate in una situazione a rischio imminente. Se avete allertato i soccorsi verranno loro da voi.
Se il cellulare non ha copertura, le cose si complicano. Il mio consiglio è di procurarsi una radio tipo PMR446 da portare sempre con sé. In Italia esiste una struttura di volontari, chiamata Rete Radio Montana, che si appoggia al canale 8-16 e che può supportare le comunicazioni con i soccorsi.
E’ una sicurezza in più. Non è un peso extra da portare. E non ha un costo elevatissimo. In genere tra i 70 e gli 80 €. Vale di sicuro la nostra vita. In più, non serve essere scienziati per utilizzarla.
Foto: Una radio PMR446 – Midland G9 Pro
Se inizierete a camminare con una certa frequenza in montagna, potreste anche diventare volontari RRM. Chi lo sa ?
The next step
Andare da soli in montagna è un’esperienza molto gratificante, ma richiede una grande esperienza, e un’attenzione extra. Non fatelo mai, a meno che non siate super allenati ed esperti. Personalmente lo faccio, perchè cammino in montagna da sempre, e conosco i miei limiti. In più, porto sempre con me dell’attrezzatura aggiuntiva proprio per evitare brutte sorprese.
Ecco l’attrezzatura aggiuntiva per la spedizione “in solitaria”:
Battery pack per alimentare il cellulare
Kit di applicazioni specifiche sullo smartphone (OsmAnd, GPS locator, Mappe offline)
Spezzone di corda statica 10m
Radio PMR446
Batterie di scorta per la radio
Un’altra torcia
Fiammiferi cerati
Esca per il fuoco
Un coltello di dimensioni più “generose” utilizzabile anche per tagliare piccoli rami
In linea generale, comunque, il trekking in solitaria è una cosa che sconsiglio vivamente. Io lo posso fare, voi no (almeno non alle prime armi).
Considerazioni finali
Ogni anno ci sono persone che hanno incidenti seri in montagna. Questo capita per tutti gli sport all’aria aperta (MTB, sci, fondo, snowboard).
Tutto questo però non deve farci dimenticare che il trekking è sempre affascinante e ci porta in luoghi meravigliosi. Basta semplicemente applicare delle semplici regole di prudenza. Basta davvero poco per garantirsi il massimo della sicurezza.
Viviamo in un paese letteralmente attraversato dalle montagne. Basta un’ora in auto per arrivare ai loro piedi e iniziare a divertirsi. Col cuore e con la testa.
Quindi, non mi resta che augurarvi buone passeggiate (in sicurezza) !
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